Convegno

Elenco completo eventi, InfoADMI, notizie e convenzioni con argomento Convegno

Note
Eventi

Angeli sulla terra 2023

PAGINA IN ALLESTIMENTO

Straordinario successo dell'evento tenutosi il 10 settembre 2023 presso la Sala degli Specchi del Comune di Frascati.

Presentati i progetti ADMI and partners - OdV riguardanti la Prevenzione civile e il proseguimento delle attività utili all'avvicinamento tra le giovani generazioni e le Istituzioni.

Erano presenti, oltre ai vertici nazionali dell'Associazione, numerosi rappresentanti provinciali ADMI.

Si ringrazia la Sindaca della Città di Frascati Francesca Sbardella per essere stata accanto a noi per tutta la durata dell'evento. Grazie anche alle altre Associazioni presenti con le quali abbiamo l'onore di perseguire obiettivi comuni: Pro Loco Frascati 2009, ANPS, Confassociazioni e numerose delegazioni sindacali.

Graditissima la presenza di rappresentanti in divisa della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
 

12/09/2023
Solidarietà e impegno Eventi

Solidarietà ed impegno per un Paese Migliore

I diritti dei bambini in ospedale.

Formazione per addetti ad apparecchiature DAE.

Volontariato e soccorsi nelle zone terremotate

Acquisizione da parte dell'Admi di un nuovo defibrillatore messo a disposizione degli uffici dell'amministrazione dell'Interno di via Cavour n.6

Apertura lavori
Avv. Antonfrancesco Venturini
Presidente Onorario ADMI
Saluti di Dirigenti dell’Amministrazione e Testimonial
I diritti dei bambini in ospedale
Dott.ssa Claudia Gandolfi
Pediatra, Volontaria Caritas e
Componente del Gruppo di lavoro
nazionale del Bambino migrante
Dott.ssa Maria Gabriella Costantino
Esperienza nel volontariato

Progetto di promozione alla salute
Dott.ssa Angela Emanuele
I Dirigente Medico della Polizia di Stato
“La Vita ci sta a Cuore”
Dr. Aldo Spotti - Formatore Italian
Resuscitation council di Comunità;
 
Istruttore dei Vigili del Fuoco in
Tecniche Primo soccorso Sanitario

Solidarietà con le zone Terremotate:
Volontariato e Soccorsi  
Ivano Venerandi e Stefano Barontini
Vigili del Fuoco Volontari del Comando
provinciale dei VV. F. di Torino
Responsabili A.D.M.I. - Cadetti Reclute Pompieri;

Domenico Rossi
Presidente della Pro Loco Norcia.

Conclusioni
Dr. Francesco Saverio Coraggio
Presidente A.D.M.I. and Partners

 

13/05/2019
Eventi

La violenza di genere che non degenera

13/05/2019
Eventi

La prevenzione della violenza: aspetti pedagogici e giuridici

    La prevenzione come categoria pedagogica

             L. Santelli Beccegato – Università di Bari ‘Aldo Moro’
                                    Presidente R.E.S.S.
Intervento al Congresso di Bari del 28. 11. 2013

    Come premessa vorrei subito precisare che nei confronti della prevenzione, la pedagogia ha idee chiare e proposte precise. 
   E' sul versante operativo che le cose si fanno difficili, non tanto per l'incertezza sul da farsi, ma sulla scarsità di risorse umane e finanziarie che si riesce a  mettere in campo.
   Il termine prevenzione, come sappiamo, ha un duplice significato: prevenire come arrivare prima, anticipare e prevenire come impedire, evitare.
  In questi due significati si sintetizza l'idea stessa di educazione nei suoi aspetti propositivi: fare/intraprendere qualcosa in vista del raggiungimento di finalità, e nei suoi significati di contenimento per cercare di evitare esperienze potenzialmente dannose. 
   Come si sviluppa la dimensione della prevenzione nelle ricerche e nell'azione educativa? Si sviluppa soprattutto nella predisposizione di un contesto, di un ambiente, di reti relazionali che consentano di vivere esperienze costruttive, gratificanti, emancipative, che concorrano a costruire in ogni singola persona atteggiamenti di responsabilità, di impegno, di dignità, di fiducia in se stessi.
   La pedagogia quindi, con le sue iniziative, ha elaborato ed elabora proposte per tracciare e promuovere  esperienze, creare spazi e condizioni positivamente connotati cercando di contrastare condizioni di disagio, di rischio, di vero e proprio pericolo e porre così le basi di un modo costruttivo e responsabile di vivere la propria esistenza.
   Prevenire è anche, come già richiamato, cercare di evitare o, quanto meno, di  limitare  significativamente le possibilità di scontro, le occasioni di conflitto, di prevaricazione, i molteplici processi negativi che serpeggiano nelle dinamiche sociali.
  Da qui gli alti livelli di attenzione, di capacità di lettura e interpretazione del proprio tempo  che sempre devono contrassegnare un'attività  che intenda  qualificarsi come educativa. 
   Possiamo dire che la prevenzione in pedagogia e in educazione si configura a un tempo come impostazione metodologica, impegnata a far leva su aspetti promozionali, di incoraggiamento, di orientamento e di aiuto, e come finalità cercando di comprendere in anticipo l'insorgere di problemi e favorire così lo sviluppo di dinamiche per quanto possibile serene e rassicuranti.
   Scelte e  impegni pedagogico-educativi che sono sostenuti anche dalla semplice osservazione di come i tentativi di rimediare a danni già avvenuti, sui piani cognitivi, relazionali, affettivi, morali, fisici..., siano molto più complessi, ardui, dispendiosi e i risultati positivi conseguibili spesso deboli e insufficienti, se non addirittura fallimentari.
   Per entrare più direttamente nel merito della questione possiamo distinguere tra prevenzione primaria, secondaria e terziaria
   La prevenzione primaria è quella che riguarda iniziative e proposte che riguardano  tutti i soggetti in generale per consentire la fruizione di esperienze positive.
   Quella secondaria è rivolta a chi presenta carenze o problemi conseguenti a pregresse situazioni negative, a difficoltà famigliari, scolastiche, sociali, ai cosiddetti 'soggetti a rischio'.
   Al terzo livello si cerca di contenere le complicanze derivanti da reiterate esperienze negative, ormai purtroppo avvenute, per aiutare a rielaborare una propria positiva identità. In questo caso la pedagogia difficilmente può sperare di ottenere risultati positivi se non si pone in stretta collaborazione con altre discipline - psicologiche e sociali - che si interessano del problema. La pedagogia è un ambito strutturalmente interdisciplinare e in questo caso si evidenzia  con maggior forza e chiarezza la necessità di un concorso di risorse e competenze.       
   Spesso filosofia e  pedagogia utilizzano  metafore provenienti dal mondo della natura: "giardino d'infanzia" è l'indicazione di F. Froebel, "il legno storto dell'umanità " è una famosa espressione di I. Kant. Il legno ormai cresciuto e invecchiato non si riesce più a raddrizzare. E' il legno verde che puoi cercare di orientare. Con tutte le ambiguità che possono conseguire dall'uso di un linguaggio metaforico è comunque il significato di prevenzione come anticipazione di problemi, investimento tempestivo su capacità e risorse individuali e sociali, riduzione della sofferenza che si intreccia fortemente con quello di educazione: nel cercare di impostare per tempo e realizzare validi percorsi educativi, l'azione preventiva si configura di conseguenza e, reciprocamente, fare prevenzione comporta procedere con esperienze formative. Perseguire l'una significa attivare l'altra.
    In questo senso l'idea di prevenzione è direttamente connessa con quella di precocità. Da qui l'attenzione rivolta in particolare ai giovani: dai Club de prévention - promossi in Francia fin dalla seconda metà del '900 - ai Servicios de protecion de la infancia, ancora attivi in Spagna, ai diversi progetti associativi  presenti nei diversi  Paesi.
   Ma questa interpretazione richiede oggi - a mio avviso - di essere rivista e ripresa in una prospettiva che si estende su tutto il corso della vita: dall'infanzia alla giovinezza, all'età matura, alla vecchiaia. Ogni età oggi si apre su problemi formativi per una sollecitazione incessante di messaggi, per l'erosione continua di quelle che sembravano certezze raggiunte. Oggi per certi aspetti siamo tutti 'soggetti a rischio' per la complessità crescente della società in cui viviamo, per l'incalzare dei problemi e la difficoltà di trovare risposte adeguate. Viviamo in mezzo a grandi tensioni e contraddizioni, in un tempo segnato da ambiguità, incertezze, mistificazioni, contrassegnato da spinte pericolose e irrazionali.
   Da qui la necessità di estendere il concetto di educazione preventiva e  approfondire sempre più significati che si con figurino come punti fermi, stelle polari nella nostra esistenza. L'educazione alla nonviolenza è certamente tra queste   anche se bisogna intendersi  su cosa si voglia dire con quest'espressione.
   E' necessario capire e far capire come il contrario di violenza non sia dolcezza, buonismo come alcuni sostengono. Il contrario di violenza è pensiero, è capacità di ragionare e di comunicare.
   Da qui una prima conseguenza: l'educazione preventiva si fa investendo  sul piano culturale, sulla conoscenza non come semplice informazione ma come esercizio di ragionamento, di intelligenza e soprattutto di comprensione nella consapevolezza che il piano cognitivo si intreccia profondamente con quello emozionale e affettivo. 
   La cura del mondo affettivo, da avviare fin dai primi istanti di vita,  è essenziale per il nostro e per l'altrui benessere.
   La ricerca pedagogica continua ad approfondire queste tematiche anche se bisogna riconoscere i limiti in cui una pedagogia e un'educazione tradizionale sono incorse e purtroppo a volte ancora incorrono. Limiti che cercherò di richiamare molto sinteticamente.
   Il primo: è un discorso e un’attenzione rivolta all’altro. E’  necessaria una revisione che punti invece l’attenzione innanzitutto su se stessi per riconoscere e capire le proprie insufficienze e cercare di porvi riparo. Quando mancano testimonianze dirette, quando non sono riconoscibili veri educatori tutto il resto del discorso rischia di franare. 
   Il secondo limite di una pedagogia tradizionale è, per certi aspetti, connesso al precedente: la pedagogia  è una riflessione e una proposta che punta prevalentemente sulla parola più che sull'azione. E’ un’educazione più detta che agita, più teorica (e purtroppo spesso retorica) che operativa, fattuale.
   Il terzo limite è riconoscibile nella preoccupazione del risultato immediato a svantaggio di un atteggiamento  paziente di un impegno nel e per il lungo periodo (l'educazione è tutt'altro che un processo veloce).
    Se vogliamo prevenire la violenza dobbiamo agire cercando di superare questi limiti e di promuovere e vivere relazioni positive. 
    Dobbiamo anche riconoscere e tener presente  come molte siano  le forme di violenza: da quelle evidenti e brutali di tipo fisico, alla violenza altrettanto brutale di tipo economico, alle forme subdole della violenza psicologica e culturale.
    E molti sono i luoghi della violenza, privati e pubblici, reali e virtuali (attenzione alla violenza nella rete) istituzionali e personali,  dalla scuola agli ambienti di lavoro, alla famiglia.
    Ed è senza dubbio questa, la violenza nell'ambito famigliare, la più devastante.
    Si annida là dove ognuno di noi – per codici legati all’origine della specie, per istinto di sopravvivenza – ritiene di trovare rifugio, cura, protezione, avviamento alla vita sociale e personale.
    Quando tutto questo si incrina , o addirittura crolla, che fare, come possiamo reagire? 
 Problemi gravissimi la cui soluzione è sempre a rischio rimanendo segni molto profondi nell’animo di chi ha subito violenza. 
   La pedagogia si è interrogata e si interroga sulle diverse forme di violenza in famiglia dove i rapporti non solo tra genitori e figli ma nelle diverse reti famigliari lanciano messaggi di egoismi, prevaricazioni psicologiche, manipolazioni e plagi. Dal permissivismo (teorizzato negli anni ’60) all’anaffettività manifesta o celata c’è purtroppo un’ampia rassegna di errori, comportamenti sbagliati motivati, a volte, da un amore verso i famigliari più dichiarato che effettivamente vissuto o comunque vissuto in maniera sbagliata.
   La ricerca pedagogica ha fatto del tema della famiglia, della formazione dei genitori uno dei suoi ambiti privilegiati di ricerca nella prospettiva appunto di prevenire comportamenti negativi,  consapevole che il tentativo di recuperare un danno realizzato è molto più esposto al fallimento rispetto al perseguire un possibile itinerario di sviluppo.
   La pedagogia valorizza la persona, la sostiene e cerca di concorrere allo sviluppo e al miglioramento di ciascuno di noi. La pedagogia  si impegna in questa direzione  lavorando con la persona, mai su la persona. Il cammino è lungo. L’esito incerto. L’importante però è mantenere la rotta. 
  Se l’educazione famigliare, questo grande capitolo della ricerca pedagogica, è portato avanti fin dagli albori di quest’ambito disciplinare - dagli autori della classicità ai contemporanei - possiamo dire che il problema, dopo secoli di riflessione, sia stato adeguatamente affrontato? non presenti più zone di oscurità?
       La risposta credo sia purtroppo negativa anche perché i continui cambiamenti in corso richiedono un costante rinnovo delle letture interpretative e progettuali. 
     Molte sono ancora le cose da fare, i miglioramenti da introdurre sul piano operativo, le chiarificazioni da apportare a livello psicologico e sociale, le iniziative da intraprendere sul versante della formazione nella prospettiva di un lavoro di prevenzione che possa consentire di ridurre (non oso dire eliminare) gli errori e i fallimenti della vita in comune .
         Di particolare interesse sono alcuni recenti studi sui livelli molto bassi di empatia come predittori di comportamenti inadeguati e  violenti: l'incapacità di avvertire nell'altro la sua dimensione umana, il suo valore e la sua dignità  chiudono ogni possibilità di connessione positiva e di rispetto e lo riducono a cosa da prevaricare e da utilizzare e, alla fine, da distruggere. E, distruggendo l'altro, si dovrebbe riuscire a comprendere che alla fine si distrugge se stessi. 
          Lavorare sul lato oscuro delle emozioni, fin dalle prime età della vita, è di particolare importanza per cercare di non essere travolti, nel corso dei diversi avvenimenti, da forze che non riusciamo né a riconoscere, né tanto meno a controllare. 
 L’unica prospettiva è continuare ad approfondire lo studio delle dinamiche in corso e impegnarsi a progettare/elaborare nuove esperienze per tracciare e sostenere costruttive modalità di convivenza.
     Non come singoli studiosi, ma come gruppi di ricerca a livello nazionale e internazionale.
  Due linee di sviluppo sono particolarmente importanti nella ricerca pedagogica contemporanea.

  1. la prima è relativa a modalità e stili di comunicazione intesa non solo  come capacità di parola, ma come capacità di ascolto. E bisogna analizzare molto proprio quest'ultimo aspetto;
  2. la seconda  riguarda il lavoro cooperativo, il riuscire a fare rete. Nel novembre 2013 si è tenuto a Ginevra un interessante convegno sulle ‘buone pratiche’ relative alla prevenzione che  sono in corso sia in Svizzera, sia in diversi Paesi europei. Il lavorare insieme, il riuscire a stabilire alleanze, a fare rete tra associazioni, famiglie, scuola, enti locali è la strategia vincente.  Il singolo intervento anche se brillante è destinato a non lasciare traccia.

       Dobbiamo sentirci tutti impegnati, non solo nelle istituzioni deputate ma in ogni momento della nostra vita, a concorrere a trovare le risposte ai bisogni primari del soggetto, ad attivare relazioni interpersonali rassicuranti, a combattere ogni forma di violenza, sia essa psicologica, economica, dichiaratamente fisica. 
   E  a farlo con i mezzi propri della cultura e della formazione analizzando, discutendo insieme – genitori, insegnanti, educatori, rappresentanti degli enti locali, delle associazioni, del terzo settore, del volontariato…- per riconoscere e valorizzare le modalità più efficaci e armoniche  da portare avanti nella nostra vita in comune.  
  Incontri dove università, scuole, associazioni, rappresentanti disciplinari di diversa provenienza riflettono insieme,  è rappresentativo di un modo che ritengo  particolarmente utile per affrontare questioni così importanti e complesse.
       Soprattutto oggi con la crisi in atto e il sistema di promozione sociale sempre più in difficoltà, con le  politiche di comunità progressivamente indebolite, bisogna saper  costruire una rete solida e il più possibile allargata di relazioni e di supporti.
   E' questa connessione che può aiutare a interrompere circuiti di sofferenza e di violenza  e riuscire a costruire regole di reciproco rispetto e di civile convivenza.     
   Sostenere la dimensione  cognitiva, sociale, emozionale, etica e cioè il senso di empatia che ciascuno di noi - avendo le adeguate sollecitazioni - quotidianamente può affinare è il grande compito di un'azione pedagogica ed educativa e il modo per  contrastare  processi involutivi, di chiusura e di violenza estremamente pericolosi per la sopravvivenza del singolo e per la stessa convivenza sociale.
        Consentitemi di chiudere con una citazione di un autore che amo  molto e di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita: A. Camus. A. Camus nel suo discorso in occasione del premio Nobel ricevuto nel 1957 ha detto : "Ogni generazione si crede destinata a rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà. Il suo compito è forse più grande: consiste nell'impedire che il mondo si distrugga" (A. Camus, 1969).
         La sensibilità verso un'educazione preventiva ci aiuta ad assolvere questo compito.

         

06/05/2019
Vicinanza all'iniziativa è stata anche testimoniata dal Prefetto Luigi Varratta che ha commentato: " La prevenzione è importantissima. Porgo i complimenti all'Associazione perchè il Viminale è una città con oltre quattromila dipendenti ove il soccorso e la solidarietà sono indispensabili". Eventi

La vita ci sta a cuore

"La Vita ci sta a Cuore" è il convegno che si è tenuto il 26 ottobre 2016 al Viminale, lo storico palazzo sede del Ministero dell'Interno, organizzato dall'A.D.M.I. and partners patrocinato dal Ministero dell'Interno, dal Ministero della Salute, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dall'ANFACI e da altre associazioni Onlus gemellate con l'A.D.M.I. per finalità comuni.

La tempestività d'intervento nei casi di arresto cardiaco può salvare una vita, soprattutto in un luogo dove ogni giorno le stanze del palazzo si popolano di migliaia di lavoratori. Per questo motivo, al termine del convegno, il Presidente ADMI Francesco Saverio Coraggio ha messo a disposizione del Ministero due defibrillatori, per offrire maggiori possibilità di soccorso in caso d'emergenza.

Alla giornata, che ha riscosso un enorme successo, hanno partecipato il Vice Ministro dell'Interno, Sen. Filippo Bubbico, il Capo Dipartimento delle Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie, Prefetto Luigi Varratta, il Direttore Centrale per l' Emergenza ed il Soccorso tecnico del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Ing. Giuseppe Romano, ed i rappresentanti di molte associazioni.

Testimonial dell'evento Fabrizio Maturani in arte Martufello.

Al termine dei lavori si è svolto un corso per Volontari addetti alla defibrillazione tenuto da medici INAIL e formatori dell'IRC, al quale ha aderito il primo gruppo di 20 volontari i quali hanno conseguito certificazione e certificato autorizzativo di ARES 118.

In linea con gli obiettivi statutari, nei mesi scorsi l'Associazione aveva già formato 50 operatori BLS, individuati tra volontari, dipendenti, cittadini e diversi studenti, attraverso l’organizzazione di corsi gratuiti tenutisi presso il Viminale.

I defibrillatori donati all'A.D.M.I. andranno a potenziare il numero di quelli già esistenti nel palazzo per assicurare, in caso di necessità, maggiori possibilità di intervento e di soccorso immediato.

Durante il convegno il simpaticissimo Martufello oltre ad allietare la platea con il suo repertorio barzellettistico, ha illustrato alcuni intimi aspetti della propria vita che lo hanno portato a valorizzare l’importanza della cultura della prevenzione.

L'artista ha dichiarato la personale disponibilità a collaborare con l'A.D.M.I. per future iniziative atte a reperire ulteriori apparecchi per la defibrillazione, in considerazione del ruolo che rivestono per la salvezza della vita umana.

L'A.D.M.I., a breve, diventerà promotrice della campagna per l’installazione dei defibrillatori anche presso le articolazioni territoriali (in particolar modo nelle Prefetture e nelle Questure) che sono interessate da un notevole afflusso di pubblico.

Parallelamente, i volontari dell’associazione e quelli delle associazioni ad gemellate, stanno organizzando un'altra iniziativa rivolta ai piccoli scolari delle zone terremotate, avente lo scopo di cercare di alleviare il loro disagio e di donare delle piccole gioie che li aiutino ad allontanarsi, seppur per un momento, dalla tragica realtà che stanno vivendo.

Due defibrillatori in più per il Ministero dell'Interno ed avvio, in tutta Italia, dell'iniziativa "La Vita ci sta a Cuore - Interventi in caso di arresto cardiaco", con cui l'A.D.M.I. and partners - sottolinea l'importanza della cultura della prevenzione e del soccorso immediato, quali elementi fondamentali per la riduzione del numero dei decessi evitabili.

Morti in Italia - Dati ISTAT:

per droga: meno di 200 ogni anno; 
per AIDS: meno di 400 ogni anno; 
per incendi: circa 200 ogni anno
PER ARRESTO CARDIACO: 70.000 ogni anno
200 persone al giorno
1 ogno 8 minuti.
SOPRAVVIVENZA - con manovre di rianimazioni tradizionali: 2%
con DEFIBRILLATORE: 50%

24/04/2019
Eventi

Alimentazione e patologie correlate

Convegno sul tema “Alimentazione e patologie correlate” svoltosi al Palazzo Viminale il 19 dicembre 2018
 

 
 

23/04/2019